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Settembre 2019

Tuning: l’omologazione auto è necessaria?

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Dall’inglese to tune (regolare, mettere a punto), il tuning è la pratica di modificare un veicolo a due, tre o quattro ruote personalizzandolo con accessori e rifiniture sia a livello estetico che a livello meccanico. Questo comporta una modifica più o meno consistente degli standard di produzione del veicolo stesso, fino a renderne necessaria una nuova richiesta di omologazione auto.

Le modifiche possono riguardare gli impianti audio, come anche la carrozzeria e persino il motore. Gli scopi possono essere molteplici: dalla semplice volontà di dare un’impronta estetica personale al veicolo, alla modifica effettuata sul veicolo per renderlo competitivo in gare e competizioni.

Omologazione auto e tuning

Ma è necessario chiedere l’omologazione per ogni modifica? Facciamo un po’ di ordine e capiamo bene, innanzitutto, la differenza tra tuning estetico e tuning meccanico.

Tuning estetico

Il tuning estetico comprende tutti quegli interventi atti a personalizzare un veicolo, effettuati su carrozzeria e interni senza alterazione della meccanica. Ad esempio: modificare il colore della carrozzeria, oscurare i vetri ecc. Ma aggiungere elementi che possono alterare la prestazione dell’auto, come cerchi maggiorati, è un intervento che già sconfina nel tuning meccanico.

Rientra nel tuning estetico anche il wrapping, ossia la personalizzazione estetica di un’auto tramite apposizione di una pellicola (si usa per loghi e sponsor).

Tuning meccanico

Il tuning meccanico coinvolge, come è facile intuire, la meccanica stessa del veicolo. Dunque, il motore, l’impianto frenante e il telaio con le sospensioni.

Un settore a parte è quello del tuning audio, ricercato da chi desidera fornire alla propria auto delle prestazioni audio particolari.

Gli appassionati del settore classificano gli interventi di tuning in base a quanto stravolgono il veicolo di partenza. Ecco allora 3 livelli: il soft tuning (di norma solo estetico), l’hard tuning (anche meccanico), l’extreme tuning (con modifiche importanti al veicolo).

In Italia le legge prevede restrizioni circa l’entità delle modifiche che è possibile apportare alle auto, sia a livello estetico sia a livello meccanico.

Tuning meccanico

Il tuning meccanico coinvolge, come è facile intuire, la meccanica stessa del veicolo. Dunque, il motore, l’impianto frenante e il telaio con le sospensioni.

Un settore a parte è quello del tuning audio, ricercato da chi desidera fornire alla propria auto delle prestazioni audio particolari.

Gli appassionati del settore classificano gli interventi di tuning in base a quanto stravolgono il veicolo di partenza. Ecco allora 3 livelli: il soft tuning (di norma solo estetico), l’hard tuning (anche meccanico), l’extreme tuning (con modifiche importanti al veicolo).

In Italia le legge prevede restrizioni circa l’entità delle modifiche che è possibile apportare alle auto, sia a livello estetico sia a livello meccanico.

Omologazione auto tuning: quando devi chiederla

Ci sono delle modifiche che possono essere eseguite su un’auto abbastanza facilmente, senza che si debba passare al vaglio di commissioni tecniche.

Quali sono le modifiche che non richiedono omologazione? Le modifiche come l’aggiunta della barra duomi, l’aggiunta di minigonne e spoiler (entro i limiti previsti per garantire visibilità), l’oscuramento dei finestrini posteriori e del lunotto posteriore non richiedono modifiche sul libretto.

Altre modifiche devono essere riportate sul libretto e, alcune, possono essere eseguite solo da officine autorizzate: il sistema ruote si può modificare ma è necessaria l’omologazione se si usano gomme di misure diverse rispetto a quelle previste; l’impianto a gas va eseguito da un’officina, così come modifiche sull’impianto luci dell’auto.

Nel caso di modifiche effettuate con pezzi omologati, bisognerà richiedere e  ottenere l’omologazione delle parti modificate, avere l’approvazione del Ministero dei trasporti e, infine, riportare le modifiche sulla carta di circolazione.

Mentre le modifiche meccaniche e l’aggiunta di pezzi artigianali (non omologati) possono richiedere una lunga trafila che ha come scopo la richiesta di classificazione del veicolo come “esemplare unico” o fuoriserie.

In questi casi un’alternativa è passare per il TUV (organo certificatore tedesco di auto omologate) che ha sede anche in Italia e che riuscirà, dopo collaudi e test un po’ cari, a farvi ottenere, se i test sono positivi, l’agognata omologazione.

Si tratta di pratiche un po’ lunghe ma non impossibili. Contattaci per avere un parere e un preventivo!

Omologazione veicoli: quando e perché si chiede

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Omologazione veicoli: un argomento che interessa tutti quegli appassionati di auto e moto che amano personalizzare il veicolo per aggiungervi il loro tocco personale. Accessori, colore della carrozzeria, motore: non c’è limite alla fantasia. Ma all’entità delle modifiche, per legge, sì.

L’omologazione è un argomento che interessa molto anche i proprietari di auto storiche. Vediamo più avanti, nello specifico, questo caso.

Omologazione veicoli: cos’è

L’omologazione di un veicolo, o di un dispositivo o di un sistema di dispositivi, implica il rispetto di norme tecniche obbligatorie, di parametri stabiliti dal legislatore, che sono garanzia di un livello minimo di prestazione.

L’omologazione è necessaria per tutti i veicoli che circolano su strada. Il costruttore stesso deve dichiarare la conformità, ossia l’omologazione del veicolo, rispetto alla normativa vigente.

Gli aspetti sui quali si imposta la normativa relativa all’omologazione sono: la sicurezza, i consumi, le emissioni.

Dunque, quando un veicolo esce dalla fabbrica e viene messo sul mercato, per legge, ha ottenuto il certificato di omologazione. Ci sono delle condizioni per cui l’omologazione può venir meno? Sì, quando il veicolo viene sottoposto a modifiche che ne alterano i requisiti meccanici, elettrici ed elettromagnetici stabiliti per legge.

L’esempio classico è quello del motorino (o ciclomotore) omologato per una velocità massima di 45 Km/h, e successivamente modificato per raggiungere velocità superiori. Questo tipo di modifica fa decadere il criterio di omologazione e invalida matricola e assicurazione. In caso di circolazione del mezzo, le sanzioni sono pesanti e in caso di incidente si va incontro a sospensione della patente.

Da ciò si comprende quanto sia importante mantenere l’omologazione di un veicolo e affidarsi a professionisti per studiare la possibilità e la fattibilità di modifiche sul veicolo.

Omologazione veicoli speciali: auto storiche

Quando si acquista un’auto storica, una delle condizioni imprescindibili perché questa possa essere riconosciuta come tale è che sia perfettamente conforme all’originale. Diversamente, ne verrebbe meno il suo valore storico e dunque di interesse. La perfetta conservazione di un veicolo, di qualsiasi tipo esso sia, ne rafforza il valore di esemplare.

Ovviamente quando si acquista un’auto storica questa potrebbe avere delle parti mancanti o una verniciatura non conforme all’originale. Come fare? In questi casi sarà necessario ripristinare la vettura affidandosi a esperti del settore, veri e propri restauratori di auto d’epoca.

Per ottenere l’omologazione di un veicolo storico, di un’auto o moto d’epoca, è necessario che esso risponda a un elenco di caratteristiche tecniche, che tessuti dei sedili e materiali interni siano conformi all’originale, come anche il colore della carrozzeria e così via.

Nel caso di interventi di restauro sul veicolo, questi verranno puntualmente valutati e descritti in sede di rilascio del certificato di omologazione del veicolo.

Dunque, l’omologazione nel caso delle auto storiche ha la funzione di stabilirne l’effettivo valore storico, legato imprescindibilmente alla fedeltà del veicolo, con le sue caratteristiche, al modello originale.

Se devi omologare la tua auto, contattaci per avere informazioni!

Importazione veicoli: quando l’auto viene acquistata all’estero

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Importazione veicoli esteri e normativa: come districarsi tra le leggi e poter guidare in tutta tranquillità sulle strade italiane un veicolo acquistato all’estero?

Quando si acquistano auto di importazione queste, per poter circolare sul territorio italiano, devono essere immatricolate e quindi fornite di targa italiana. Le autovetture di importazione devono essere, in buona sostanza, sottoposte a una nazionalizzazione auto attraverso l’attribuzione di una nuova matricola.

L’importazione auto può avvenire da un paese che appartiene all’Unione Europea (UE) oppure da un paese extra-europeo (extra UE). Dunque, per le importazioni auto dalla germania come dalla Russia sarà necessario procedere all’immatricolazione in Italia.

Alcuni paesi rendono più semplici e convenienti le procedure di vendita in Italia, come ad esempio la Germania. Non a caso le automobili importate dalla germania sono tra le più ambite quando si tratta di acquistare all’estero.

Nel caso di veicoli UE, per procedere all’immatricolazione e all’iscrizione al PRA, si può utilizzare lo Sportello Telematico dell’AUtomobilista (STA), con un notevole risparmio di tempo sulle procedure.

Nel caso di veicoli extra-UE non è possibile e si deve fare prima l’immatricolazione alla motorizzazione civile e poi l’iscrizione al PRA entro 60 giorni dall’immatricolazione.

Importazione veicoli nuovi e usati UE

L’acquisto di auto estere può riguardare sia veicoli nuovi sia veicoli usati. Questa distinzione è molto importante ai fini fiscali. Vediamo perché.

Per veicoli nuovi si intendono:

  • veicoli appena usciti dalla fabbrica e mai immatricolati
  • veicoli immatricolati in un paese UE che non hanno percorso più di 6mila chilometri ed sono stati ceduti prima di 6 mesi a partire dalla data di prima immatricolazione nello stato estero

Da un punto di vista fiscale l’acquisto dell’auto nuova comporta il versamento dell’IVA in Italia tramite il modulo F24.

I veicoli usati, sono quelli i cui parametri indicati sopra superano i limiti segnalati (6 mila chilometri e 6 mesi). In questo caso l’IVA si dovrà versare nel paese in cui l’auto viene acquistata.

Tuttavia, se si acquista l’auto da un privato, e solo tra privati, il pagamento dell’IVA non è dovuto in nessun paese. Questo rende particolarmente appetibile la pratica di un acquisto tra privati.

Importazione auto: come tutelarsi

Per evitare che venditore o acquirente si presentino come “falsi privati” per evadere il pagamento dell’IVA, è obbligatorio, prima di fare richiesta di immatricolazione, comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati anagrafici dell’acquirente della vettura, che deve esserne anche l’intestatario, i dati anagrafici del venditore estero e i dati del veicolo acquistato.

Se l’acquisto avviene tramite concessionario sarà questi, tramite agenzia, ad occuparsi della immatricolazione, del pagamento dell’IVA e di tutte le pratiche necessarie. In ogni caso, per evitare truffe, è sempre bene chiedere di prendere visione dell’F24 con il quale il venditore deve aver assolto al pagamento dell’IVA. Sul modulo deve essere riportato chiaramente il numero di telaio della vettura che si sta acquistando.

In questo caso il supporto di un’agenzia specializzata e con esperienza nel settore, come la NICOLINI BRUNO snc rappresenta una tutela per l’acquirente.

Diversamente, il privato è tenuto a reperire personalmente tutta una serie di documenti necessari all’immatricolazione italiana, di occuparsi della loro eventuale traduzione (nei casi previsti), di verificare che il veicolo sia stato radiato dagli archivi automobilistici del paese di provenienza, di iscrivere il veicolo al PRA e così via.

Immatricolazione moto storica: quali requisiti e quali vantaggi?

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Sei un appassionato di ciclomotori e vuoi saperne di più sull’immatricolazione di una moto storica? Moto o ciclomotore, la passione per una Vespa o per una Ducati non si può descrivere. Il sogno di qualunque moto amatore è, una volta acquistati questi gioielli, poterli usare su strada. Ecco come fare.

Le moto storiche sono oggetto di interesse da parte di appassionati e anche di chi sceglie di risparmiare sui costi del motoveicolo. Anche se oggi le nuove normative e il blocco dei veicoli inquinanti nei centri urbani (con regole che cambiano da Comune a Comune) restringono il campo dei benefici di cui si poteva usufruire fino a qualche anno fa, l’acquisto di una moto storica rimane un passo di grande fascino per molti moto amatori.

Spesso, però, le moto storiche non hanno tutte la carte in regola oppure, per mancato pagamento del bollo per oltre 3 anni consecutivi, sono state radiate dal PRA. Come procedere in questi casi?

L’iter burocratico è abbastanza complesso e richiede una certa agilità nel districarsi tra archivi e scartoffie, ma alla fine si può ottenere l’immatricolazione o reimmatricolazione del motoveicolo.

Per procedere alla reimmatricolazione del motociclo d’epoca è prima di tutto necessario ottenere un Certificato di rilevanza storica e collezionistica, rilasciato da un Club il cui registro sia riconosciuto, come l’ASI e l’FMI.

Moto d’epoca: anni e requisiti

Che tu voglia iscrivere la moto al registro storico fmi o fare l’iscrizione moto asi, prima di tutto devi considerare che la moto deve aver compiuto almeno 20 anni dalla data di costruzione o immatricolazione. I ciclomotori d’epoca devono essere conformi all’originale e in ottime condizioni. Se necessario, prima di procedere con la richiesta di certificazione si può procedere con il restauro del mezzo.

Per l’iscrizione della moto d’epoca al registro storico, il proprietario deve essere tesserato FMI o ASI, dunque socio di uno di questi club.

Dovrà presentare la documentazione cartacea che ne attesti la proprietà e corredarla con 7 foto in formato 10×15.

I club provvederanno all’esame del mezzo e al rilascio dei certificati necessari ad attestare l’interesse storico del motoveicolo. Una volta ottenuta la certificazione, lo stesso deve essere sottoposto a revisione biennale per continuare a godere dei privilegi come esenzione o riduzione del bollo, assicurazione agevolata.

Immatricolazione moto storica: come immatricolare una moto radiata

Spesso quando si acquista una moto d’epoca, questa viene venduta da un proprietario che, dopo averla tenuta in garage diversi anni, decide di disfarsene. In questi casi è abbastanza facile che la moto risulti radiata o cancellata dal PRA per mancato pagamento del bollo per oltre tre anni consecutivi o per custodia in spazio privato.

Non sarà necessario reimmatricolare la moto radiata ma soltanto pagare il bollo per gli ultimi tre anni con una maggiorazione del 50% a titolo di “multa”.

Nel caso di veicolo di origine sconosciuta, si dovrà invece procedere alla vera e propria reimmatricolazione presso il PRA.

La nostra agenzia, NICOLINI BRUNO snc, opera su tutto il territorio nazionale e si occupa con professionalità e competenza di gestire tutte le pratiche relative alle moto storiche: passaggio di proprietà anche in caso di proprietario deceduto o ignoto, immatricolazione o reimmatricolazione, omologazione e collaudo, valutazione di idoneità per mezzi modificati. Contattaci per saperne di più.

La licenza di trasporto conto proprio e conto terzi

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Licenza di trasporto merci: quando serve

Il trasporto merci rappresenta a tutti gli effetti un trasferimento di beni tra venditore e acquirente.

Il trasporto può rientrare tra le attività dell’azienda, che usa il trasporto su veicolo per distribuire la propria produzione, e in questo caso si parla di trasporto conto proprio. Questa attività è subordinata al rilascio di una licenza di trasporto regolamentata dall’art. 31 della legge n. 298/74.

Diverso è il caso di trasporto di merce come attività di servizio svolta per conto di privati o aziende e che prevede il pagamento di un corrispettivo. In questo caso è necessario richiedere una licenza di trasporto conto terzi, disciplinata dal Regolamento Europeo (CE) n. 1071/2009 e dalla Legge n. 35 del 04/04/2012.

Per l’attività professionale di trasportatore conto terzi, oltre alla patente di guida adeguata, è necessario ottenere la Carta di Qualificazione del Conducente (CQC), un titolo abilitativo rilasciato a seguito della partecipazione a un corso di formazione specifico per il quale, però, non è previsto alcun esame.

Licenza di trasporto conto proprio

La licenza di trasporto conto proprio serve quando si trasportano materiali, merci o cose inerenti la propria attività. Esistono precise condizioni che determinano e definiscono meglio questo tipo di licenza.

Il conducente o trasportatore deve essere il proprietario dell’azienda o un suo dipendente, vale a dire che il trasporto deve essere effettuato direttamente dall’azienda e non da un terzo soggetto.

Il veicolo utilizzato per il trasporto, così come la merce trasportata, devono essere di proprietà dell’azienda. Il veicolo può anche essere gestito in usufrutto, rientrano quindi nella casistica anche le vetture prese in leasing. Ovviamente il tipo di merce deve essere attinente all’attività svolta.

L’attività di trasporto, infine, non deve rappresentare un’attività economica prevalente e i costi di trasporto non devono rappresentare i costi preponderanti dell’attività di impresa.

Licenza di trasporto conto terzi

La licenza conto terzi identifica una professione specifica e cioè il trasportatore su strada di merci, che svolge una vera e propria attività d’impresa. Il trasporto avviene per mezzo di autoveicoli e rimorchi e prevede, per il trasporto, un corrispettivo economico.

I requisiti necessari per l’esercizio di questa attività variano in base al tipo di merce trasportata. Questi sono:

  • idoneità morale
  • idoneità professionale
  • capacità finanziaria (di 9.000 euro per il primo veicolo, di 5.000 euro per ulteriori veicoli)

Devono possedere tutti e 3 i requisiti le imprese che impiegano su strada veicoli di massa complessiva a pieno carico sopra 1,5 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate.

Le imprese che hanno veicoli di massa complessiva a pieno carico fino a 1,5 tonnellate devono rispettare il solo requisito di idoneità morale (o onorabilità).

Tutti questi requisiti devono essere posseduti al momento della presentazione della domanda di iscrizione all’Albo dei trasportatori, eventuali modifiche devono essere segnalate.

Nel caso si trasportino merci pericolose (sostanze infiammabili, materiali tossici e radioattivi ecc.) sono previste ulteriori particolari licenze, rilasciate secondo le disposizioni stabilite dalle convenzioni europee. Se hai bisogno di chiarimenti e di aiuto, la nostra ditta NICOLINI BRUNO conosce e sa applicare la normativa di riferimento: contattaci!

Auto storiche e ASI: l’automotoclub storico italiano

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Chi ha la passione per le auto storiche, di fronte all’annuncio “vendo auto d’epoca” non sa proprio resistere. Le auto d’epoca in vendita in uno stato perfetto, e che siano anche certificate, non sono però moltissime e spesso è più facile trovare automobili d’epoca da restaurare. Di sicuro ogni auto, per essere definita d’epoca o auto storica, deve prima essere passata al vaglio dei tecnici autorizzati dall’Auto Moto Club Storico Italiano (ASI).

Che ruolo ha questo club? Riconosciuto come Ente morale di diritto privato con decreto presidenziale (n. 977 del 24 ottobre 1980), l’ASI nasce nel 1966 a Bardolino, in provincia di Verona.

Da statuto, promuove il recupero e la conservazione di ogni veicolo a motore che abbia compiuto almeno vent’anni. Rientrano nella definizione veicoli di ogni sorta: autoveicoli, motoveicoli, veicoli militari, veicoli commerciali, ciclomotori, macchine agricole e industriali ma anche aeroplani e natanti a motore.

Lo scopo è valorizzare il ruolo dei veicoli come testimonianze storiche, perché nella loro evoluzione esprimono il livello tecnico e rappresentano un aspetto della vita sociale e culturale dell’epoca cui appartengono. Per dirla in altre parole, i veicoli raccontano pezzi di storia.

Al registro ASi sono iscritti più di 45.000 veicoli e ogni anno se ne aggiungono circa 3.000, segno di un interesse costante verso il settore da parte di appassionati e amatori.

Auto storiche asi: la certificazione

Perché automezzi d’epoca o motoveicoli possano essere considerati veicoli storici, devono prima essere sottoposti a controlli rigorosi circa il buono stato della vettura e la sua fedeltà allo stato originale. A garanzia della qualità dei controlli, esiste un Regolamento Tecnico messo a punto dall’ente federale che viene applicato dai club federati in modo assolutamente rigoroso.

Se il veicolo passa i controlli, l’ASI provvede a:

  • iscrivere il veicolo nel registro delle auto storiche,
  • rilasciare il Certificato di identità del veicolo,
  • rilasciare il certificato di rilevanza storica e collezionistica,
  • rilasciare la Carta d’Identità FIVA (solo per auto che hanno compiuto 30 anni dalla costruzione)
  • rilasciare la carta ASI di storicità (riservata ai ciclomotori

I veicoli certificati come storici possono accedere ad agevolazioni fiscali sul pagamento del bollo e anche, grazie a convenzioni interne, ad assicurazioni agevolate.

ASI: cosa fa

Dunque, nel concreto l’ASI si occupa di conservare e aggiornare il Registro Nazionale dei Veicoli Storici.

L’ASI può rilasciare il Certificato che attesta la storicità del veicolo e permette al proprietario dell’auto di poterla reimmaticolare e usufruire delle agevolazioni fiscali come:

  • esenzione parziale o totale dal bollo
  • pagamento assicurazione in misura ridotta

Per valorizzare l’importanza storica dei veicoli questo ente si occupa anche di promuovere eventi culturali come manifestazioni rievocative, convegni, mostre, raduni ecc. All’associazione fa capo anche una rivista “La manovella”, fondata nel 1961.

Iscrizione ASI

Per poter accedere ai servizi ASI è necessario iscrivere la persona fisica (e non il veicolo) all’associazione. Una volta diventati soci, è possibile richiedere e ottenere i certificati di autenticità storica per tutti i veicoli che si desidera, purché conformi.

Sarà necessario produrre una documentazione cartacea e fotografica. Poiché l’iscrizione all’ASI rappresenta solo uno dei tasselli della lunga trafila che è necessario percorrere per permettere al veicolo d’epoca di circolare su strada, la cosa più semplice è rivolgersi alla nostra agenzia NICOLINI BRUNO snc, che opera su tutto il territorio nazionale.

Passaggio proprietà auto: costo, tempi e documenti

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Quando si acquista un’auto usata è necessario registrare il passaggio proprietà auto. Ciascun veicolo è, infatti, iscritto presso il PRA e la carta di circolazione riporta il nome del proprietario, che è colui al quale appartiene il mezzo e che ne risponde a tutti gli effetti.

Se il veicolo viene acquistato presso un concessionario, spetta a questi l’adempimento di tutte le formalità burocratiche. Diversamente, è possibile rivolgersi a un’agenzia pratiche auto, soprattutto quando l’auto da acquistare è un’auto d’epoca o un’auto storica con buchi documentari, o nel caso di passaggio di proprietà auto con proprietario defunto o ignoto.

Assistenza pratiche auto: il passaggio di proprietà

A meno che non tu non abbia esperienza e tempo, la cosa migliore è rinunciare al passaggio proprietà auto fai da te e affidarti a un’agenzia pratiche auto, specializzata nel disbrigo pratiche automobilistiche. Le informazioni da reperire prima di procedere all’acquisto e la documentazione da fornire per regolarizzare il passaggio sono, infatti, molte.

Quando si acquista un’auto usata una delle prime cose da fare è verificare negli archivi del PRA che il proprietario sia effettivamente colui che vi sta vendendo l’auto e che il veicolo non sia sottoposto a provvedimenti o ipoteche.

Fatte le dovute verifiche, si può procedere alla redazione dell’atto di vendita auto. Quando si acquista un’auto si sottoscrive, tra venditore e acquirente, un contratto di vendita. Questo documento è necessario per poter richiedere, entro 60 giorni dalla vendita, il passaggio di proprietà. Una buona agenzia pratiche auto vi fornirà una bozza del contratto per il passaggio di proprietà auto tra privati.

Passaggio proprietà auto: documenti

I documenti da presentare per portare avanti la registrazione del passaggio di proprietà sono:

  • il Certificato di Proprietà del veicolo (cartaceo, oppure il Certificato di Proprietà Digitale);
  • la carta di circolazione;
  • il documento di chi vende il veicolo;
  • il documento e il codice fiscale di chi acquista il veicolo;
  • il modello TT2119 (domanda per l’aggiornamento del libretto di circolazione).

Passaggio proprietà auto: tempi

Come già accennato, dal momento dell’acquisto si hanno 60 giorni di tempo a disposizione per registrare il passaggio di proprietà.

Con questo atto la proprietà del veicolo viene trasferita all’acquirente. L’atto serve a comunicare al PRA il nuovo proprietario che, una volta concluse le procedure, entra in possesso di:

  • certificato di proprietà aggiornato con le sue generalità anagrafiche;
  • libretto di circolazione, anch’esso aggiornato.

Di norma, per un’agenzia questo tipo di pratica è abbastanza semplice e il passaggio di proprietà richiede un giorno lavorativo per la registrazione. Fanno eccezione i casi particolari, come il passaggio di proprietà auto defunto oppure di auto cointestate.

Passaggio proprietà auto quanto costa?

Per questa pratica devi considerare la somma di questi oneri:

  • 32 € di imposta di bollo
  • 26,20 € per l’aggiornamento dei dati del libretto di circolazione
  • 27 € di spettanze ACI
  • 0,52 € per l’autentica della firma

per un totale di 85,72 €. A questa cifra devi aggiungere l’imposta regionale per la trascrizione. Questa varia in base ai Kw dell’auto da 181 € a 337 €.

A queste imposte obbligatorie si somma l’onorario dovuto all’agenzia, che varia a seconda delle agenzie e del tipo di pratica da seguire.

Anche se è possibile richiedere il passaggio di proprietà alla Motorizzazione o al Comune, rivolgersi a un’agenzia pratiche auto significa poter chiudere la pratica correttamente, velocemente e senza pensieri. Chiedici subito un preventivo!

Assistenza pratiche auto: bollo auto e veicoli storici

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Ogni veicolo che circola su strada è tenuto a pagare una tassa di possesso: il famoso bollo auto. Ma cos’è esattamente il bollo e chi lo deve pagare? La nostra agenzia fornisce assistenza pratiche auto anche su questioni di questo tipo.

Nel disbrigo delle pratiche automobilistiche, infatti, è possibile rivolgersi all’agenzia pratiche auto anche per il pagamento del bollo.

Assistenza pratiche auto: il bollo

Il bollo auto, o tassa automobilistica, è un tributo sul veicolo qualificato come tassa di possesso (non di circolazione, come era un tempo). Questo implica che siano soggetti al pagamento del bollo tutti i proprietari di autoveicoli e motoveicoli, indipendentemente dal loro utilizzo. Quindi, anche se l’auto rimane in garage tutto l’anno, il proprietario è tenuto al pagamento del bollo.

Il bollo viene versato a favore della regione di residenza. In altre parole, le somme pagate dai possessori di auto e moto vengono raccolte e gestite dalle singole Regioni.

La tassa decade al termine del terzo anno a partire dall’anno successivo a quello oggetto di pagamento. Quindi, è necessario conservare e presentare, in caso di contestazione, le ricevute di pagamento del bollo auto e moto relative agli ultimi 3 anni.

Dal 1997 non è, invece, più obbligatorio esibire sul lunotto anteriore del veicolo o portare con sé la ricevuta di pagamento del bollo. Non sono più le Forze dell’Ordine, infatti, ad occuparsi di verificare che l’automobilista sia in regola con i pagamenti, ma la Regione stessa, attraverso un apposito registro.

Chi non paga il bollo?

Ci sono dei veicoli, auto e moto, che hanno l’esenzione bollo? Questa è la domanda che ci sentiamo rivolgere spesso da automobilisti o motociclisti proprietari di veicoli datati.

Fino al dicembre del 2014 erano esentati dal pagamento del bollo tutti i veicoli ultraventennali considerati di interesse storico e collezionistico. Per ottenere l’esenzione era necessario essere in possesso dell’attestato di storicità rilasciato dall’ASI (Auto-Moto Club Storico Italiano) nel caso di un autoveicolo, o dall’FMI (Federazione Motociclistica Italiana) nel caso di motoveicoli.

Dal primo gennaio 2015, però, le cose sono cambiate a seguito dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015. A partire da questa data, infatti, è stato reintrodotto l’obbligo di pagamento del bollo auto anche per quelle auto storiche con un’età compresa tra i 20 e i 29 anni. Anche se il pagamento del tributo prevede l’applicazione di agevolazioni, e, dunque, lo stesso viene pagato in forma ridotta, rimane pur sempre l’obbligo di pagamento.

Dal 2019 i possessori di un’auto d’epoca pagano un bollo ridotto del 50%, questa agevolazione fiscale viene concessa a tutte quelle vetture che siano in possesso del Crs (o certificato di rilevanza storica) e il cui riconoscimento di interesse storico sia riportato anche sulla carta di circolazione.

I veicoli storici che abbiano compiuto i 30 anni dalla data di produzione, sono invece totalmente esentati dal pagamento della tassa automobilistica. Quindi, per i veicoli più vecchi di 30 anni permane l’esenzione.

Negli ultimi anni la legge sul bollo relativo alle auto storiche è cambiata più volte, in una sorta di braccio di ferro tra associazioni e Governo. Inoltre la prassi per ottenerne la riduzione per il pagamento del bollo cambia da regione a regione. Per questo è sempre bene, tra le agenzie pratiche automobilistiche, sceglierne una specializzata in auto d’epoca come la NICOLINI BRUNO snc, per accedere ai benefici fiscali facilmente e in tutta sicurezza!

Auto storiche e auto d’epoca: la normativa

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Auto storiche e auto d’epoca sono la stessa cosa? Cosa distingue queste due tipologie di auto?

Spesso, infatti, si usano indifferentemente entrambe le definizioni per indicare auto vecchie di qualche decennio. È, invece, importante distinguere e saper classificare i veicoli, perché ciascuno di essi è sottoposto a un diverso regime normativo, come specifica l’art. 60 del Codice della Strada.

Auto d’epoca

Il comma 2 dell’art. 60 specifica infatti che “rientrano nella categoria dei veicoli d’epoca i motoveicoli e gli autoveicoli cancellati dal P.R.A. perché destinati alla loro conservazione in musei o locali pubblici e privati, ai fini della salvaguardia delle originarie caratteristiche tecniche specifiche della casa costruttrice, e che non siano adeguati nei requisiti, nei dispositivi e negli equipaggiamenti alle vigenti prescrizioni stabilite per l’ammissione alla circolazione.” Questi veicoli sono iscritti in un elenco presso il Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri.

Dunque, l’auto d’epoca ha un valore collezionistico e come tale non può essere utilizzata su strada per uso quotidiano, anche perché è cancellata dal PRA.

Quali sono i requisiti per poter definire un’auto d’epoca? I veicoli devono essere stati costruiti da almeno trent’anni anni ed essere sottoposti al vaglio di un tecnico della Motorizzazione Civile, che deve valutarne la rilevanza storica e collezionistica. Non tutte le auto datate possono essere considerate auto d’epoca, ma soltanto alcuni modelli di interesse storico segnalati in un apposito registro.

Il proprietario può esibire il suo veicolo d’epoca in occasione di mostre, raduni, parate o altri eventi autorizzati dall’Ufficio Provinciale della Direzione Generale della Motorizzazione Civile, previo rilascio di un foglio di via e di una targa provvisoria, oppure esporla in un museo.

Auto storiche: requisiti

Auto storiche dopo quanti anni? Si considerano auto storiche quelle auto di interesse storico che siano state costruite da almeno 20 anni. A differenza delle auto d’epoca, le auto storiche possono circolare su strada se in possesso dei requisiti tecnici.

Si trovano molte auto storiche in vendita, sono auto storiche usate, italiane o americane. Fanno gola a molti collezionisti e appassionati. Prima di acquistarle consigliamo sempre di farsi un’idea dell’iter normativo e verificare che le auto abbiano tutti i requisiti di storicità.

Il riconoscimento del veicolo come auto storica viene sancito dall’iscrizione dello stesso ai registri dell’Automotoclub Storico Italiano (ASI). Perché un’auto possa essere accettata è importante che la stessa rispetti alcuni requisiti: il modello deve essere stato identificato dall’ASI come modello di interesse storico; lo stato del veicolo deve essere conforme all’originale e ogni elemento (pelletteria, rifiniture ecc.) deve essere in buono stato di conservazione. Dunque, se telai e carrozzeria sono conformi al modello originale, il motore è a posto e gli interni e la pelletteria sono integri, verrà rilasciato l’Attestato di datazione e storicità.

Per la circolazione su strada sono ammesse alcune deroghe: se il modello originale non prevedeva cinture di sicurezza si può circolare senza, e non è obbligatorio l’uso delle luci di posizione. Questi veicoli, una volta rilasciata la carta di circolazione, sono sottoposti all’obbligo biennale di revisione.

Possono essere iscritte al registro anche le auto radiate dal PRA perché prive di documenti (come le auto storiche abbandonate) o perché radiate, se posseggono i requisiti richiesti.

Un ultimo aspetto: auto storiche e bollo, sai coma funziona? Ai fini fiscali, secondo la legge di stabilità del 2015, pagano il bollo le auto storiche che abbiano un’età compresa tra i 20 e i 29 anni.

Per la tua auto storica o auto d’epoca sfrutta l’esperienza e la consulenza della nostra ditta NICOLINI BRUNO snc.

Immatricolazione auto storica e reimmatricolazione: come funziona

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Chi acquista un’auto storica, spesso, ha di fronte a sé un vuoto documentario che richiede venga avviata la procedura di immatricolazione dell’auto storica o reimmatricolazione.

Le auto storiche rappresentano un settore di nicchia ancora oggi molto vivo grazie ad appassionati e amanti dei motori che, di fronte ad auto come un’Alfetta , a una Fiat 127 o a una Volvo 480 proprio non sanno resistere.

È importante ricordare che un’auto, per essere definita storica, deve rientrare tra quelle elencate nella lista ufficiale dei modelli ritenuti di interesse storico, quando queste abbiano meno di 40 anni. Mentre tutte le auto immatricolate da oltre 40 anni sono considerate auto storiche.

Come accennavamo, chi si trova ad acquistare un veicolo che risale a qualche decennio fa si trova facilmente di fronte alla possibilità di dover assolvere a mille disbrighi a causa della perdita della documentazione: targa, libretto di circolazione, certificato di proprietà, sono alcuni dei documenti di cui il veicolo storico potrebbe non essere fornito.

Nel caso in cui l’auto abbia targa e documenti originali, dopo aver richiesto l’estratto cronologico al Pubblico Registro Automobilistico ed aver documentato che il veicolo rientra tra quelli di interesse storico tramite certificazione ASI, basterà effettuare un collaudo della vettura presso la Motorizzazione Civile che ne autorizzerà o meno la circolazione su strada.

Immatricolazione auto storica senza targa o documenti

Quando mancano targa e documenti, o anche solo uno di questi due elementi, è necessario seguire una procedura più complessa, che prevede tempi di attesa atti a verificare il sussistere di tutte le condizioni.

Questo è il caso della classica auto acquistata da un privato o da un rivenditore (carrozziere, demolitore ecc.). L’iter, piuttosto articolato, parte dai dati disponibili, come il numero di telaio, per accertare, per prima cosa, che l’auto non sia rubata.

La prassi prevede la denuncia di scoperta del veicolo presso il Comune in cui è stato trovato e la presentazione di una documentazione che attesti il passaggio dal venditore all’acquirente. Se il venditore è un demolitore, basta la fattura di acquisto, se è un privato, serve una dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte dell’acquirente.

È poi necessario rivolgersi all’ASI o ad altro registro auto storiche per ottenere un certificato che attesti le caratteristiche tecniche del veicolo (il certificato di rilevanza storica auto asi), previa iscrizione ASI dell’auto.

Una volta ottenuta tutta la documentazione è possibile procedere alla reimmatricolazione del veicolo, al quale verrà assegnata, dunque, una nuova targa. Una volta ottenuta l’immatricolazione, sarà possibile procedere con tutte le altre procedure, come l’assicurazione auto storica.

Un veicolo può anche essere radiato dal PRA anche quando il proprietario non abbia provveduto al pagamento delle tasse automobilistiche. In questo caso il veicolo risulta radiato ma non è necessario, se viene acquistato e si vuole far circolare di nuovo, procedere con la reimmatricolazione.

Secondo la legge n. 289 del 27/12/2012, art. 18 comma 1 è possibile iscrivere al PRA il veicolo previo pagamento delle tasse relative agli ultimi tre anni maggiorate del 50%.

Se hai un’auto storica o stai pensando di acquistarne una, contattaci per avere più informazioni. La nostra ditta Nicolini Bruno snc è in grado di fornire assistenza completa dal reperimento dell’auto fino alla sua reimmatricolazione, mettendo a disposizione la competenza maturata in decenni di esperienza.